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Blog in Rete: Facebook con Mery Greiss

Blog in Rete: Facebook con Mery Greiss

Blog in Rete al suo ottavo appuntamento affronta quest’anno il tema del social più discusso e diffuso al mondo: Facebook. A parlarne Maria Grazia Rosati, in arte Mery Greiss.

Si fa molto parlare oggi sul fatto che Facebook sia un social ancora tanto utilizzato o non sia piuttosto stato fagocitato da altri social più giovani come Instagram o il neonato TikTok. Numeri alla mano Facebook resta ancora uno dei sovrani incontrastati del mondo social e web di oggi, perciò conviene saperlo usare al meglio.

Come ogni strumento oggi non è necessariamente che sia uno strumento obbligatorio per la tua strategia di sviluppo: il primo passo è infatti sempre quello di valutare quali strumenti ti servono.

In questo post facciamo quindi un approfondimento sul (reale) utilizzo e vantaggio di Facebook, così da poter valutare se effettivamente è uno degli strumenti di cui hai bisogno per far crescere la tua attività.

Blog in rete: ottavo incontro

L’ottavo incontro di Blog in rete, il progetto di Giulia Bezzi per chi ambisce ad essere blogger professionista capace di generare business, lancia la volata finale al percorso andando ad affrontare il primo dei 3 social di cui si parlerà negli ultimi 3 incontri.

Per la facilità con cui è possibile aprire una pagina Facebook, oggi pressoché ogni attività, blog, prodotto, servizio o brand ha con ogni probabilità una pagina Facebook.

Ma con altrettanta probabilità questa pagina Facebook è fonte di preoccupazioni più che di soddisfazioni.

Fino a qualche anno fa infatti, chi apriva una pagina Facebook e la curava con contenuti costanti e di interesse per i propri fan, poteva vedere crescere il numero di fan e follower con estrema facilità.

Oggi invece la reach organica – ovvero la quantità di persone che vede un post che pubblichiamo sulla nostra pagina Facebook senza promuoverlo – si è drasticamente abbassata, fino quasi ad annullarsi.

Questo significa che, senza investimenti pubblicitari, la tua pagina Facebook può non portarti le soddisfazioni che sogni, in termini di contatti interessati a ciò che proponi.

Si fa molto parlare al riguardo anche di Vanity Metrics: tante persone e aziende credono ancora che sia di grande importanza il numero di Followers. La realtà dei fatti è invece diversa: conta la tua abilità di generare community e conta la tua disponibilità economica nel fare investimenti pubblicitari.

Anche in questo caso, come abbiamo visto negli altri incontri, occorre avere un obiettivo e domandarsi:

  • Come e cosa voglio comunicare?
  • Qual è il mio pubblico?
  • A quale target mi rivolgo?
  • Quali canali è meglio utilizzare?

Per guidare le partecipanti alla risposta di queste domande il primo passo è stata un’analisi SWOT, evidenziando i punti di forza e debolezza, le opportunità e minacce relative al nostro brand.

Il secondo passo è stato realizzare la mappa dell’empatia, una mappa in cui si cerca di sintonizzarsi con il pubblico del proprio blog, così da andare sempre più in profondità nella comprensione del nostro target.

Una delle vie più efficaci infatti per uscire dal rumore dei social è quella di parlare la lingua del tuo utente target nel modo più veritiero ed empatico possibile: le persone non ricordano quello che dici, ma sicuramente ricordano come le fai sentire.

Per questo forse oggi sempre più, Facebook spinge i propri utenti ad essere attivi nei Gruppi, al punto che avere una strategia di comunicazione basata su questo strumento è da valutare attentamente.

Richiede moltissimo tempo e moltissima dedizione perché moderare e tenere viva una community non è cosa semplice. Anche per questo i social media manager sono figure sempre più richieste dal mercato, per la loro competenza di creazione di nuovi contenuti e di organizzazione delle attività digitali.

Facebook per Blogger

Una volta chiarito che il tuo target si trova su Facebook, una volta studiato in dettaglio i suoi gusti, interessi, desideri, abitudini e una volta fatta un’attenta analisi dei tuoi competitor, puoi iniziare a progettare il piano editoriale della tua pagina.

Per non incorrere nella tragica situazione del non-so-cosa-scrivere, è fondamentale avere un piano editoriale chiaro fin dall’inizio e pronto in anticipo di alcuni mesi almeno.

Niente di più facile che cominciare con i migliori propositi, iniziare a pubblicare con costanza, vedere che il ritorno è bassissimo rispetto a quello che ti aspettavi, demotivarti e mollare tutto.

Quindi, oltre a suggerirti di prevedere un budget per l’advertising su Facebook, l’altra cosa da fare è prepararti in anticipo il piano editoriale.

Una cosa molto utile è pensare di suddividere i tuoi contenuti in macro-aree, delle rubriche per intenderci.

Una rubrica potrebbe essere fatta di post che parlano della tua azienda, un’altra che parla di come risolvere problemi specifici dei tuoi utenti, un’altra che è fatta per coinvolgere o intrattenere.

Dopo di che si dovrà passare alla creazione dei contenuti: occhio alla grafica (grafiche dozzinali uccidono completamente la tua efficacia su Facebook), occhio ai contenuti e alla forma con cui li presenti. Se in generale l’occhio vuole la sua parte, in particolare su Facebook questa regola vale 10 volte tanto.

Fatto il piano editoriale, ideate le rubriche, creata una grafica accattivante, resta da vedere il ritorno di quello che hai prodotto. A questo scopo viene in aiuto lo strumento dei Facebook Insight grazie al quale puoi vedere la copertura del tuo post, cioè il numero di utenti a cui il post è stato mostrato, le visualizzazioni di pagina, l’engagement rate che mostra il movimento generato dalla pagina e molto altro.

Sono strumenti con misure e grafici che possono sembrare ostici al primo impatto, ma venirci a patto è indispensabile per non navigare alla cieca in questo mare già di suo piuttosto pieno di insidie.

Chi è Mery Greiss

Digital Strategist, Digital Coach, Social Mentor, Mery Greiss aiuta aziende e privati a trovare il canale social e il modo migliore per presentare prodotti e idee, attraverso la presa di coscienza degli obiettivi e del target al quale vogliono rivolgersi. Si definisce una Social Mentor perché crede nella rete delle relazioni tra le persone.

In effetti, se dovessi dire qual è una sua dote che spicca sopra ogni altra è la solarità con cui approccia ogni relazione. Ha un suo modo così sorridente e luminoso di relazionarsi con gli altri, da farti sentire subito a tuo agio.

Non per niente lei stessa di sé dice “Mi piace regalare sorrisi per stare bene e far stare bene.”

Blog in rete: Facebook con Mery Greiss

Questo articolo fa parte di “Bloginrete” de LeROSA, progetto di SeoSpirito Società Benefit srl, in collaborazione con &Love e Scoprirecosebelle, che ha come obiettivo primario ascoltare le donne, collaborare con tutti coloro che voglio rendere concrete le molteplici iniziative proposte e sorridere dei risultati ottenuti. È un progetto PER le donne, ma non precluso agli uomini, è aperto a chiunque voglia contribuire al benessere femminile e alla valorizzazione del territorio, in cui vivere meglio sotto tutti i punti di vista.

Blog in rete: advertising con Paolo Verdiani

Blog in rete: advertising con Paolo Verdiani

Nonostante l’anno strano, continuano gli incontri di Blog in rete, il percorso per Blogger consapevoli fortemente voluto da Giulia Bezzi di LeROSA: un percorso in cui ogni mese si approfondisce, con l’aiuto di esperti del settore, una diversa faccia del prisma necessario per essere blogger di professione.

Blog in rete: settimo incontro

Il settimo incontro di Blog in rete in questa prima edizione ha visto coinvolto Paolo Verdiani sul tema della pubblicità online: come districarsi tra Google ADS e Facebook ADS.

Negli ultimi anni, sempre di più, l’advertising è una componente fondamentale di ogni strategia di marketing. A ben vedere, l’importanza di un’adeguata comunicazione al proprio pubblico per poter ottimizzare la vendita dei propri prodotti e servizi, è ben conosciuta sin dai tempi del buon Henry Ford:

Le anatre depongono le loro uova in silenzio. Le galline invece schiamazzano come impazzite. Qual è la conseguenza? Tutto il mondo mangia uova di gallina

Se questo valeva ai tempi di Ford, quando ancora non esisteva praticamente nulla e si poteva produrre grandi quantità pressoché indifferenziate dello stesso bene, oggi che il mercato offre praticamente illimitate varianti di ogni bene o servizio, l’advertising ovvero pubblicità a pagamento è ancora più vitale.

In particolare nel mondo del blogging questa è una consapevolezza fondamentale a cui arrivare quanto prima: sono finiti i tempi in cui ci si apriva un semplice blog fatto in casa, si scriveva con costanza quasi come su un diario online e ci si trovava con fiumi di followers e lettori.

Negli ultimi 10-15 anni il numero di persone che ha aperto un blog è aumentato esponenzialmente. Secondo una statistica recente (GrowthBadger, 2019) ci sono oltre 600 milioni di blog nel mondo.

Come distinguersi dalla mischia? Con ottimo contenuto, frequenza di pubblicazione adeguata, targetizzazione mirata e una spruzzata di sano advertising.

La buona notizia è che oggi, grazie al DRM – Direct Response Marketing ogni investimento pubblicitario può essere fatto in modo strategico e misurato.

A differenza cioè di quello che si poteva fare un tempo, oggi è possibile tracciare e monitorare nel dettaglio il ROI (ritorno sull’investimento) di qualsiasi azione di promozione della propria attività, prodotto o del proprio blog.

Google e Facebook ADS: come fare?

Con Google ADS e Facebook ADS è possibile monitorare costantemente le campagne pubblicitarie in modo da correggere il tiro, se non sono performanti, evitando lo spreco di tempo, denaro e energie delle comunicazioni  uno a tanti come succede nel marketing tradizionale (pubblicità sui giornali, TV, cartelloni stradali ecc.).

Per contro però, essendo questi strumenti messi a disposizione dai grandi player, particolarmente evoluti e sofisticati, saper scegliere quali usare e saperli usare al meglio, non è cosa semplice.

La prima cosa da fare è avere assoluta chiarezza dell’obiettivo che si vuole raggiungere: puntare ad aumentare la visibilità del proprio brand è un obiettivo ben diverso che puntare a ricevere una richiesta di preventivo o a produrre una vendita.

Quindi un obiettivo di traffico è diverso da un obiettivo di acquisizione contatti (detto anche di lead generation) e ancora diverso da un obiettivo di conversione contatti in clienti.

La scelta dello strumento di advertising migliore dovrà quindi dipendere sia dal tipo di obiettivo sia dal punto in cui si trova il nostro utente all’interno del cosiddetto customer journey ovvero il percorso ideale che ognuno di noi fa dal momento in cui scopre di avere un problema al momento in cui valuta con che prodotto/servizio risolvere quel problema.

Un utente su Facebook intento a cercare distrazioni, ha un tipo di attenzione diversa da un utente che volontariamente va su Google e digita una chiave di ricerca specifica. Tecnicamente si dice che Google ADS intercetta la domanda diretta, cioè persone che cercano attivamente una cosa specifica mentre Facebook ADS intercetta la domanda latente, cioè persone che potrebbero essere interessate o incuriosite a ciò che offriamo.

Investire denaro per mostrare il tuo messaggio pubblicitario su Facebook o su Google di conseguenza dipenderà molto anche dal tipo di messaggio, oltre che dal pubblico.

Una volta stabilito obiettivo e strumento di advertising, è necessario stabilire un budget da dedicare alle campagne. Può sembrare piuttosto semplice come tema, in realtà il rischio è di bruciare tutto il budget a disposizione sui primi annunci messi su solo per vedere se funziona. Ma senza una strategia vincente e un piano a medio-lungo termine, non funziona nulla di sicuro.

Il motivo è di nuovo molto prevedibile e tecnico, come tutto nel DRM: le campagne di advertising su qualunque canale hanno bisogno di essere ottimizzate. L’ottimizzazione richiede di raccogliere un certo numero di dati per poter essere statisticamente rilevanti e quindi produrre risultati degni di valutazione.

Molto meglio quindi investire un importo più basso su un arco temporale medio lungo di 9-12 mesi, che bruciare tutto il budget in una manciata di settimane.

Una volta decisa la strategia di investimento resta infine da decidere quale è il target a cui rivolgersi. Nel DRM questo tipo di specifica può arrivare a gradi di grande precisione: su Facebook è possibile targetizzare persone sulla base non solo dei loro dati anagrafici e/o geografici ma anche sul tipo di interessi e abitudini che hanno dimostrato sul social.

Su Google ADS invece la logica è un po’ diversa: si targetizzano delle parole chiave specifiche e la logica di funzionamento è quella delle aste. Google ADS mostra il tuo messaggio pubblicitario a tutti gli utenti che hanno fatto quella specifica ricerca di parola chiave, dando la precedenza a chi ha puntato di più, fra tutti quelli che stanno investendo soldi in promozione di quella parola chiave.

In breve, i vantaggi di Google ADS 

  • si parla ad un target specifico per parola chiave
  • puoi distinguere chiaramente il punto del customer Journey in cui si trova il tuo utente, distinguendo le chiavi di ricerca transazionali da quelle informazionali

contro di Google ADS risiedono nel fatto che

  • si intercettano solo utenti che hanno un reale bisogno
  • l’audience può essere limitata se sbagli parole chiave
  • il CPC (costo per clic) può essere anche molto alto

Per quanto riguarda i vantaggi di Facebook ADS invece

  • gli annunci vengono mostrati a un target anche molto profilato
  • esiste la possibilità di creare pubblici simili fra campagne e sulla base di liste mail di contatti
  • è possibile (salvo ulteriori modifiche in tema legislativo di Privacy) fare remarketing

Infine, contro di Facebook ADS stanno nel fatto che

  • l’audience di alcuni settori può essere molto limitata
  • le conversioni dirette sono molto difficili (ad esempio, per un blogger è difficile ottenere un contatto)

Chi è Paolo Verdiani?

Paolo Verdiani è un Advertising Specialist, un Consulente di Web Marketing che aiuta aziende e professionisti a proporsi nel modo migliore sul web. Perché, come ama dire Paolo “avere un sito è relativamente facile, avere un sistema che fa vendere è un’altra cosa”

Collabora con diverse agenzie nazionali ed internazionali, seguendo la parte web marketing di grandi portali multi-argomento, occupandomi di SEO Copywriting, Consulenza Google AdWords, Facebook Ads, Realizzazione Siti WordPress, Social Media Marketing.

Il suo approccio è centrato sul cliente, tanto da aver inventato un sistema che ha ribattezzato Web Marketing Sartoriale: la sua specialità infatti è costruire strategie tagliate su misura sia sull’offerta di valore dell’azienda che sui bisogni specifici dei suoi clienti, per massimizzare il risultato fra i milioni di proposte che si possono trovare sul web. Il tutto sempre con un unico obiettivo: far sì che siano i clienti a trovare l’azienda e non l’azienda a rincorrere i clienti.

Questo articolo fa parte di “Bloginrete” de LeROSA, progetto di SeoSpirito Società Benefit srl, in collaborazione con &Love e Scoprirecosebelle, che ha come obiettivo primario ascoltare le donne, collaborare con tutti coloro che voglio rendere concrete le molteplici iniziative proposte e sorridere dei risultati ottenuti. È un progetto PER le donne, ma non precluso agli uomini, è aperto a chiunque voglia contribuire al benessere femminile e alla valorizzazione del territorio, in cui vivere meglio sotto tutti i punti di vista.

Blog in rete: creazione di un piano editoriale con Luisella Curcio

Blog in rete: creazione di un piano editoriale con Luisella Curcio

Blog in Rete, il percorso per blogger ideato da Giulia Bezzi per SEOSpirito società Benefit in collaborazione con &Love e Scoprirecosebelle, è arrivato al suo quinto incontro e ha avuto come tutor Luisella Curcio.

L’obiettivo di Blog in Rete è quello di creare un habitat in cui le partecipanti sono accompagnate attraverso workshop teorico-pratici a perfezionare le proprie capacità di scrivere per il web, di produrre contenuti SEO e naturalmente di condividere tutto ciò attraverso un uso efficace dei social media.

Dalla pietra iniziale dedicata al come costruire il proprio Business Model Canvas per chiarire gli obiettivi del progetto di blogging, passando per il personal branding con cui dare un taglio unico e personale alla propria presenza online, siamo passate alla fase dedicata alla scrittura.

Con Regina Moretto abbiamo affrontato il tema della Scrittura potente e con Assunta Corbo abbiamo parlato del giornalismo costruttivo, un incontro che mi ha a dir poco entusiasmato.

Il nuovo step è stato affidato quindi a Luisella Curcio, il cui obiettivo è stato quello di guidarci all’interno dei meandri della creazione di un piano editoriale, missione più facile a dirsi che non a farsi!

Infatti la quantità di competenze necessarie per realizzare questa parte dell’attività di blogging sono variegate: dalla conoscenza del proprio settore alle competenze tecniche per scandagliare le SERP (Search Engine Results Pages) alla ricerca di segnali che indicano le keywords e i search intent più ricercati dall’utente.

Paroloni non semplici ma adesso vediamo di approfondirli.

Blog in Rete: quinto incontro

L’idea iniziale di Giulia Bezzi era creare un’officina creativa in cui ritrovarsi di persona e scambiarsi competenza, connessioni e tanti abbracci.

Purtroppo il quinto incontro di Blog in Rete ha dovuto fare i conti con la severa realtà del COVID-19, rinunciando a tutto il piacere dell’esperienza in aula.

Luisella Curcio è però riuscita a destreggiarsi abilmente nelle difficoltà della tecnologia e della didattica a distanza, alternando momenti di spiegazione tecnica ad una parte di approfondimento molto pratico.

Il tema era come creare un piano editoriale SEO-friendly per il blog.

La base di ogni piano editoriale SEO-friendly deve necessariamente essere la chiara consapevolezza del focus principale del blog, di qual è il nostro pubblico target e di conseguenza di quali sono i temi che lo interessano, così da poter creare contenuti mirati.

Tecnicamente questa parte, oltre a richiedere una chiarezza sul tipo di business che si sta creando (e un blog è un vero e proprio business!), ha bisogno di una ricerca approfondita sulle keyword e gli intenti di ricercada associare ai temi del blog.

Sapere quali intenti di ricerca muovono il nostro potenziale cliente, ovvero quali domande lo animano e in che modo noi possiamo essere la risposta specifica a queste domande è l’obiettivo di questa fase.

Gli strumenti per realizzare tutto questo sono diversi, a partire dal sempre presente Google, passando per strumenti gratuiti ma molto efficaci come AnswerThePublic o UberSuggest, finendo con gli strumenti più professionali a pagamento. Ma per iniziare già la sola parte gratuita è di grande utilità.

Il piano editoriale

Il piano editoriale è un documento fondamentale, punto di partenza e allo stesso tempo di arrivo di una strategia che riguarda il blog o un sito.

È un passaggio fondamentale per chi vuole che il blog sia davvero uno strumento di lavoro. Perché questo succeda bisogna costruire una strategia di inbound marketing.

L’inbound marketing è quella strategia che permette di intercettare il bisogno di una persona alla ricerca di determinate informazioni, o che vuole compiere una determinata azione o magari cerca le ultime novità relative a un brand e si imbatte su un sito, una pagina ben precisa e soprattutto un articolo che risponde, o dovrebbe, alla sua intenzione di ricerca.

Oltre a questo il piano editoriale è uno strumento fondamentale di pianificazione per orientare tutto quello che verrà prodotto sul blog e non lasciare la nostra produzione di contenuti in mano al caso.

Uno dei metodi più efficaci infatti per far affondare un progetto di business basato sul blogging e la produzione di contenuti è trattare il proprio blog come un diario online.

Per quanto possano essere interessanti per noi i nostri pensieri, il gioco diventa serio solo se ci occupiamo dei pensieri e delle esigenze dei nostri clienti o potenziali clienti, dando risposta precisa alle loro domande.

L’altro errore tipico a questo riguardo è utilizzare sempre lo stesso stile di scrittura. Mentre una strategia ben più efficace è quella di differenziare le tipologie dei contenuti, con diversi tipi di post: interviste,  liste, notizie di settore, sondaggi, guest-post, storie di successo, infografiche.

A seconda del tipo di blog inoltre, è utile prendere in considerazione se esistono fasi di stagionalità che possono interessare il nostro business: ci sono eventi, fiere o feste tipiche del settore?

Quello è un ottimo argomento da inserire nel calendario editoriale in corrispondenza di quelle date, sempre senza dimenticare che il contenuto prodotto dovrà comunque prendere le basi dalle parole chiave relative all’evento che ci interessa.

Altro consiglio utile è quello di analizzare i dati del nostro Google Analytics, andando a rilevare se esistono nei nostri contenuti passati già dei picchi di interesse in corrispondenza a qualche argomento particolare. Da lì si potrà poi lavorare per costruire attorno una strategia di contenuti mirati.

Si dovrebbe a questo riguardo parlare della differenza fra pillar article e cluster article ma diventerebbe un trattato! Ti basta per il momento sapere che puoi lavorare su una stessa keyword partendo da diversi intenti di ricerca complementari.

A questo riguardo sono di grande utilità i cosiddetti i micro-momenti domande veloci che richiedono una risposta veloce

  • I want to know moments: cerco un’informazione generica
  • I want to go moments: voglio fare un viaggio e mi documento
  • I want to do moments: voglio costruire o cucinare qualcosa e cerco un tutorial
  • I want to buy moments: voglio comprare qualcosa

Chi è Luisella Curcio

Luisella Curcio è consulente di seo e web marketing e aiuta brand e professionisti a migliorare la loro visibilità online in Italia e all’estero. La sua specialità è il posizionamento online delle attività: si occupa di consulenza, scrittura testi e formazione in ambito SEO, ma anche di comunicazione online, brand identity e strategie di social media. Lavora al computer con una tazza di caffè al suo fianco e si definisce Una consulente SEO Fra Moka & Digitale.

Questo articolo fa parte di “Bloginrete” de LeROSA, progetto di SeoSpirito Società Benefit srl, in collaborazione con &Love e Scoprirecosebelle, che ha come obiettivo primario ascoltare le donne, collaborare con tutti coloro che voglio rendere concrete le molteplici iniziative proposte e sorridere dei risultati ottenuti. È un progetto PER le donne, ma non precluso agli uomini, è aperto a chiunque voglia contribuire al benessere femminile e alla valorizzazione del territorio, in cui vivere meglio sotto tutti i punti di vista.

Blog in rete: sito web a norma di legge con Ilaria Bartolucci

Blog in rete: sito web a norma di legge con Ilaria Bartolucci

Blog in rete, il percorso strutturato da Giulia Bezzi di LeROSA per blogger che vogliono portare il proprio blog ad un livello superiore per qualità e risultati. Un progetto per chi vuole mettersi alla prova, per chi vuole davvero capire cosa significa questo mestiere, perché è un vero mestiere, impegnativo e totalizzante, come dice la stessa Giulia.

Nella versione in corso Blog in Rete era stato pensato come una serie di workshop dal vivo, in cui trovarsi, confrontarsi e abbracciarsi. L’emergenza COVID ha cambiato le carte in tavola e perciò tutto si è spostato online. Mancano gli abbracci e i caffè alla macchinetta, ma l’efficacia è sempre la stessa. Anzi, se possibile, si respira un’aria di ulteriore determinazione. Perché la consapevolezza di essere in un periodo molto particolare è ormai parte di ognuno di noi. Per le donne, in particolare.

Non serve nascondersi dietro a un dito, la realtà è sotto gli occhi di tutti: posti di lavoro in drastica diminuzione, il problema della gestione dei figli e della didattica a distanza, si stanno ancora una volta riflettendo negativamente sulle donne.

Ma noi, di essere considerate il sesso “debole” non ne abbiamo nessuna intenzione. Perciò gambe in spalla e impariamo come affrontare questo percorso di digitalizzazione di ciò che di meglio siamo e sappiamo.

Blog in Rete ripartirà presto per una nuova edizione. Perciò, se sei una blogger o aspirante tale, ti suggerisco vivamente di approfondire di più il progetto. Puoi seguire @Giulia Bezzi sul social che preferisci oppure visitare il sito www.lerosa.it

Blog in rete: quarto incontro

Il quarto incontro ha affrontato un tema fondamentale per chiunque voglia fare della propria attività di blogging una vera professione e non un semplice passatempo.

Per questo Ilaria Bartolucci, avvocato, ha affrontato nel quarto incontro di Blog in Rete il tema della privacy online e i requisiti che deve avere un blog per essere a norma di legge.

La prima cosa da chiarire a questo riguardo è che un blog è cosa diversa, per legge, dalle testate giornalistiche online.

Il blog è un luogo virtuale in cui l’autore esprime liberamente idee, conoscenze, esperienze, dispensa consigli e mostra apprezzamenti o critiche.

Le testate giornalistiche online, invece, divulgano informazioni e notizie e, in quanto “prodotti editoriali”, ricadono sotto la Legge 62/2001“Nuove norme sull’editoria e sui prodotti editoriali”. Per questo motivo devono essere registrate nei tribunali e avere un direttore responsabile, un editore e dichiarare l’identità dell’internet provider.

I blog invece, come confermano ormai diverse sentenze della Corte di Cassazione, non divulgano informazioni e notizie ma sono spazi virtuali di discussione.

Per questo motivo non sono soggetti alla legge sulla stampa, a differenza delle testate giornalistiche online.

Quali sono i requisiti di un blog a norma di legge

Il primo vincolo da rispettare per i blog è relativo alla libertà di manifestazione del pensiero sancita dall’art. 21 della Costituzione della Repubblica italiana.

In sostanza questo articolo prevede sanzioni solo in caso di violazione del buon costume, del diritto alla riservatezza, della dignità e della reputazione altrui.

A parte quindi evitare il reato dell’ingiuria e della diffamazione, questi sono i vincoli a cui un blogger deve attenersi, rispetto alla parte di pubblicazione dei propri contenuti online.

A questi vanno poi aggiunti i vincoli dovuti al rispetto della legge sul Diritto d’Autore e la legge sulla Privacy.

Rispetto della legge sul Diritto d’Autore in un Blog

Tutti i contenuti creativi sono infatti soggetti al rispetto della Legge 633/1941 e s.m.i., conosciuta come la legge della protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio.

Sono contenuti creativi testi, fotografie, filmati, brani musicali e altre forme artistiche non prodotti da noi.

Poiché la legge tutela gli autori delle opere d’ingegno, riconoscendo loro i diritti morali e i diritti patrimoniali dobbiamo fare molta attenzione se e quando vogliamo riprodurre nel nostro blog testi, disegni, fotografie, filmati, brani musicali e altre opere d’ingegno di terzi.

Senza avere preventivamente ottenuto l’autorizzazione e aver riconosciuto il giusto compenso all’autore, pubblicare questo tipo di contenuti espone al rischio di provvedimenti giuridici.

A meno che l’autore non sia morto da almento 70 anni o si tratti di contenuti open access, cioè di pubblico dominio.

Blogging e rispetto legge sulla Privacy

La legge sulla Privacy, nella sua più recente formulazione in vigore in tutta l’Unione Europea dal 25 maggio 2018, è nota come GDPR e regolamenta la raccolta dei dati personali degli utenti.

Il GDPR inoltre stabilisce una serie di obblighi per il titolare dei dati e questo si ripercuote nella necessità di adeguare alla normativa tutti i moduli per contatti, sondaggi, iscrizioni a newsletter, oltre alla disciplina della cosiddetta cookie policy.

Si tratta di una normativa molto complessa che ha dato e continua a dare parecchi grattacapi, perciò il consiglio migliore è quello di affidarsi ad un esperto competente in materia. Ma giusto per dare un’idea, il concetto fondamentale è che per poter raccogliere i dati degli utenti, incluse le loro preferenze di navigazione ovvero i cosiddetti cookies, è necessaria la loro esplicita autorizzazione.

La richiesta di consenso al trattamento dei dati personali deve essere collegata alla pubblicazione di una privacy policy, anche questa da redigere secondo specifiche molto precise con l’aiuto di un professionista.

Nell’informativa vanno spiegati

  • la finalità per cui si raccolgono e si trattano i dati (es invio di una newsletter),
  • quali dati sono sufficienti e per quanto tempo verranno conservati,
  • quali sono le figure preposte al trattamento dei dati (titolare, responsabile, eventuale incaricato),
  • se i dati verranno comunicati a terzi e se questi risiedono all’interno o all’esterno della Comunità Europea,
  • quali sono i diritti dell’interessato.

Chi è Ilaria Bartolucci

Ilaria Bartolucci è avvocato, esercita a Padova dal 1985 come Avvocato in diritto civile e internazionale con specifico riferimento alle problematiche di diritto commerciale internazionale, societario e della famiglia, sia in ambito giudiziale che stragiudiziale. Da sempre si occupa di contenzioso e arbitrato, da ultimo anche di mediazione civile.

È Presidente e socio fondatore della Camera Minorile di Padova, associazione di avvocati aderente all’UNCM Unione Nazionale Camere Minorili, associata ad Assoreti PMI dal 2013, dal 2018 delegata provinciale per Padova e Socia AIGLI – Associazione Internazionale Giuristi di Lingua Italiana.

Questo articolo fa parte di “Bloginrete” de LeROSA, progetto di SeoSpirito Società Benefit srl, in collaborazione con &Love e Scoprirecosebelle, che ha come obiettivo primario ascoltare le donne, collaborare con tutti coloro che voglio rendere concrete le molteplici iniziative proposte e sorridere dei risultati ottenuti. È un progetto PER le donne, ma non precluso agli uomini, è aperto a chiunque voglia contribuire al benessere femminile e alla valorizzazione del territorio, in cui vivere meglio sotto tutti i punti di vista.

UBER taglia 350 posti di lavoro e Wall Street festeggia??

UBER taglia 350 posti di lavoro e Wall Street festeggia??

UBER, l’app-fenomeno “tassisti-fai-da-te” taglia 350 posti di lavoro: i titoli a Wall Street fanno +4%. Meno felici i lavoratori lasciati a casa. _______________________________________________ C’è chi la ama, c’è chi la odia. Come in tutti i fenomeni cresciuti in fretta quanto i funghi dopo un’acquazzone, l’app che mette in contatto persone in cerca di un passaggio e proprietari di auto con posti liberi, non smette di far parlare di sè. Già il gossip era alto PRIMA della notizia dei nuovi tagli… figuriamoci ora! Considera per esempio che su Google una delle parole chiave più cercate è “sciopero dei taxi fanculo chiamo uber“, seguita da “fanculo chiamo uber“. (Per i più scettici ecco direttamente la schermata di Google Trends) Sciopero dei taxi fanculo chiamo uber Il punto qual è? E’ presto detto:
  1. l’app per il servizio di trasporto automobilistico privato che mette in collegamento diretto passeggeri e autisti ha fatto scalpore per l’ovvio motivo di fare concorrenza ai tassisti
  2. poi però il cliente ha sempre ragione e, come dimostrano le ricerche, se i tassisti fanno sciopero… “fanculo chiamo uber”.
In questo panorama già piuttosto controverso si aggiunge la notizia del nuovo taglio di posti di lavoro. Ad annunciarlo è stato Dara Khosrowshahi che nonostante il nome da donna, in realtà è un uomo d’affari iraniano-americano nonchè amministratore delegato di Uber. Non so come se la metta adesso la mattina quando si guarda allo specchio, ma di fatto con i 350 appena licenziati sommati ai 435 lasciati a casa a settembre, UBER raggiunge quota quasi 1000 di lavoratori che nel 2019 avranno ben poco da festeggiare. Probabilmente la questione lo ha toccato in modo più “leggero” visto che – come già successo tante altre volte con grandi colossi in fase di “ristrutturazione” la comunicazione ai poveri dipendenti è arrivata tramite una semplice, fredda mail. Il testo? All’incirca questo: “Come sapete negli ultimi mesi” il management “ha valutato attentamente” la squadra per assicurare che la “nostra organizzazione sia adeguata per il successo nei prossimi anni. Questo si è tradotto in difficili ma necessarie modifiche per assicurare di avere le persone giuste nei ruoli giusti” si legge nell’email di Khosrowshahi. Mentre i lavoratori che hanno ricevuto la gentile mail impacchettano i loro effetti personali, i titoli dell’app in borsa a Wall Street, segnano un + 4%.

Morale della storia (secondo me)

1. Ogni mattina un Amministratore Delegato si alza e decide se premere “INVIA” sulla mail di licenziamento di massa che ha pronta in bozze nel pc. 2. Ogni mattina un Lavoratore si alza e dovrebbe guardare con terrore dentro la sua casella mail. Si sa mai che questa volta tocchi a te. 3. Non importa se sei Amministratore Delegato o Lavoratore… meglio non guardare le email! Ok, tristi scherzi a parte in questo goffo tentativo di sdrammatizzare una situazione che è tutt’altro che simpatica… Ho letto questa notizia e una stretta al cuore mi ha fatto ritornare dritta al giorno in cui anche io, nei corridoi di una famosissima azienda Automotive, ho visto arrivare la notizia della prima grande ondata di Cassa Integrazione. Quando una tegola del genere ti cade in testa, non importa se sei operaio di linea o direttore di stabilimento. Detta in gergo tecnico… sono k@zzi. Se non hai un piano B pronto nel cassetto, per qualunque evenienza possa capitare in questo frastornante mondo del lavoro… beh sei destinato veramente a fare la vita della gazzella che prega di non essere presa dal leone. Per questo motivo insisto così tanto sul far sapere alle persone che non solo avere un Sistema di Carriera ti permette di puntare ad un lavoro migliore -se lo desideri e ne hai bisogno – ma ti dà più opportunità per il tuo futuro. Non puoi più sperare nella sicurezza del posto di lavoro. Per questo l’unica soluzione è imparare a contare con sicurezza sulla TUA CAPACITA’ di procurarti sempre un prossimo posto di lavoro soddisfacente e adeguato. Quando vuoi, come vuoi, con le caratteristiche che vuoi. Come? Non importa, basta che sia una strategia. E non è una strategia “sperare che non succeda”.  Se vuoi, ti racconto la strategia che ho messo a punto io e che insegno, oltre ad aver usato e usare su di me tutt’ora.  E’ ingegneristica, ripetibile, al passo coi tempi di questo strano mercato del lavoro 4.0.  Fatti un giro sul mio sito. Dai uno sguardo a CHI SONOCOSA POSSO FARE PER TE. Troverai molto materiale gratuito da cui partire per approfondire il concetto di SISTEMA DI CARRIERA, l’unico modo con cui oggi puoi pensare di affrontare il lavoro, a prescindere da come si alza il tuo diretto fornitore di stipendio e/o di pagamenti. 
Canta la tua canzone. Il resto verrà da sé (forse)

Canta la tua canzone. Il resto verrà da sé (forse)

Come fai ad essere felice quando non sei felice?

Ci sono mille e una ricette che promettono di dirti esattamente come fare. Ne sono piene le librerie, i siti web, i social, persino i baci Perugina.

E quindi il dilemma è: ok, ma quale fra queste, mille più una, teorie brillantissime e sicurissime scelgo?

Vado nella direzione olistica del vivere il momento oppure devo ascoltare quelli che dicono che ti servono obiettivi chiari, raggiungibili e un piano d’azione a prova di bomba?

Siccome non hai la minima idea di quale faccia per te, scegli “quello dove ti porta il cuore”. Ma il tuo cuore sa davvero cosa è meglio per te?

Non ha forse trascorso troppi anni sommerso di tutti i “dovrei, vorrei ma non posso, mi piacerebbe ma il dovere mi chiama”?

Questo,  di base è il grandissimo errore che tutti noi facciamo.

Crediamo al cuore perché SENTIAMO che lì c’è la vera risposta che cerchiamo. Ma ci dimentichiamo che il nostro cuore, la nostra natura più profonda è in realtà stata spezzata anni fa, quando ancora eravamo solo dei bambini fiduciosi della vita.

Una fiducia che troppo spesso è rimasta tradita. A volte in buona fede, ma non per questo ha fatto meno male.

Scegliere qualunque cosa nella tua vita dando retta ad un cuore spezzato, dunque, non è una via affidabile.

Meno che mai lo è il prendere decisioni sulla base di ciò che la tua mente razionale ti dice. E’ così intrisa di tutti i dettami della società, dell’educazione, di quello che dovresti o non dovresti fare, che lì dentro non puoi certo aspettarti di trovare il vero te stesso!

E’ come la famosa storia dell’uovo e della gallina. O di “Achille e la Tartaruga” o del gatto che si morde la coda. Da qualunque parte la giri, non riesci a vedere la via d’uscita.

Lo spazio dei miracoli

Per questo motivo, quando vuoi finalmente cambiare vita, liberarti dall’ansia di pensieri tristi e opprimenti, trovare un nuovo lavoro, cambiare professione, approdare ad una vita più felice, hai bisogno di uscire dal falso dilemma “cuore vs. cervello” e spostarti in un piano diverso.

Mi piace chiamarlo “lo spazio dei miracoli” perché è quello spazio silenzioso in cui riesci finalmente a ritrovare l’immagine naturale e più profonda di te.

Hillman, noto psicologo, è diventato famoso fra le altre cose per la teoria della “GHIANDA”. Dice che ognuno di noi, quando nasce, ha in sé un’immagine implicita già perfettamente completa. Se nasci ghianda è ovvio, naturale e imprescindibile che tu crescendo possa diventare solo una QUERCIA.

Noi umani invece ci siamo incasinati così tanto la vita, che al momento in cui cresciamo non abbiamo nemmeno la più vaga idea di quale sia la nostra “impronta” di nascita, il motivo intrinseco scritto nel nostro DNA, quello per cui siamo apparsi sul pianeta Terra in questa incarnazione.

E così passiamo da una nevrosi all’altra, cercando sollievo a quell’unico dolore ancestrale che reclama vendetta: il dolore di negare la tua vera natura, la tua ESSENZA ovvero ciò che il tuo ESSERE è davvero, nel profondo. Quell’essere che è al di là delle socializzazioni, del “fai l’ingegnere perché così trovi lavoro sicuro”, del “prendi l’azienda di papà perché i tempi sono duri, almeno così erediti qualcosa che già funziona” e via dicendo.

Siamo una società così nevroticamente incazzata per tutta la negazione autoimposta in cui viviamo, che finiamo per odiare noi stessi e il mondo in modi che fino a qualche secolo fa erano impensabili.

Commentiamo velenosamente sui social qualunque successo chiunque riesca ad ottenere perché ci sembra quasi un delitto di ingiustizia. “Ma come? LUI riesce ad avere successo, trovare la sua natura, cantare la sua canzone, e io no? Che sia dannato! Se non posso averlo, almeno posso distruggerlo!

E giù di commenti avvelenati ovunque possibile. Giudizi implacabili su qualunque persona mostri anche solo un minimo di successo e di felicità.

Anziché chiederci con intensità e pazienza “Qual è, invece, la MIA canzone?”, preferiamo distruggere chi canta la propria o, nel migliore dei casi, ci richiudiamo in un’amarezza personale che ci fa appassire.

Ingrassiamo, mangiamo troppo, ridiamo troppo poco, andiamo troppo sui social e troppo poco nella natura.

Cantare la tua canzone è l’unico modo per riuscire ad essere veramente felice.

E non significa “solamente” riuscire a trovare il lavoro giusto per te (anche perché, in realtà, non esiste affatto. Quantomeno, non come siamo stati abituati a credere che esistesse).

Significa entrare così profondamente in contatto con la tua ESSENZA da esprimerti in qualunque momento, nel mondo, in famiglia, al lavoro, sulla frequenza che ti appartiene. L’unica capace di rendere qualunque suono, movimento o azione che compi nella tua giornata, così meravigliosa da farti vibrare di felicità.

E’ solo quando impari a risuonare alla TUA personale frequenza che il mondo torna a riapparirti BELLO e la vita degna di essere vissuta.

Solo allora vedi veramente apparire coincidenze e sincronicità nella tua vita tali da sembrare quasi dei “miracoli”.

Quando smetti di vedere i miracoli nella tua vita è solo perché ti sei allontanato da ciò che sei veramente.

Quando smetti di vedere i miracoli nella tua vita è perché hai perso, di nuovo, la tua frequenza. Hai smesso, di nuovo, di cantare la tua canzone.

La luna, il rospo e la rana

Qual è l’unica differenza fra la luna, un rospo e una rana?

So che potrebbe sembrare una domanda strana ma è proprio dalle domande strane che vengono fuori le risposte più sorprendenti.

Io stessa, quando mi è apparsa questa strana domanda dritta dal mio “spazio dei miracoli”, ho impiegato del tempo a capirlo.

A volte, quando entri bene a fondo nello “spazio dei miracoli”, ti ritrovi con immagini, frasi, spezzoni di canzone, domande strane come questa. E’ il tuo DNA che sta vibrando alla tua frequenza e ti manda segnali di “fumo” per richiamare la tua attenzione e metterti sulla retta via.

Ignorare questi segnali solo perché sono strani, è il peggiore autogoal che possiamo fare.

Esattamente come la luna.

La luna, a differenza della rana e del rospo, vive di luce riflessa.

La rana e il rospo, pur non esattamente fra le creature più belle del creato, vivono di luce propria.

Cantano la loro canzone, ogni giorno. E se la godono. Senza pensieri. Senza dilemmi.

Perché non fanno che vivere la loro vera essenza.

Non pensano “dovrei cambiare lavoro perché questo qui nello stagno è troppo umido”.

Non si arrovellano sul “Rospo mi ha guardato storto, forse non mi ama più”.

Non si chiedono ansiosamente “Oddio cosa mi riserverà il futuro”.

Loro semplicemente, brillano di luce propria, cantano la loro canzone e basta.

Mentre la luna, bellissima e intoccabile, brilla di luce riflessa e tace. Tristemente.

Ora il punto, da ingegnere pragmatico, è: bellissimo e poeticissimo tutto questo, ma “In pratica, io come devo fare?”

Come devo fare per essere più felice? Come devo fare per avere un lavoro migliore? Come devo fare per trovare un nuovo lavoro, già che mi hanno appena lasciato a casa inaspettatamente e ho bollette e mutuo da pagare?

Mi piacerebbe dirti che esiste una risposta facile e veloce. Una formula magica con cui mettere a posto tutti i tuoi problemi.

Ma la verità è che non so se esiste una via per interiorizzare tutta la saggezza antica dei tempi e imparare ad essere felici. E se esiste, io non l’ho trovata.

Per questo, da anni ormai, ho scelto di focalizzare la mia attenzione e il mio impegno solo su quello che materialmente posso cambiare. Quello su cui ho potere.

E col tempo ho scoperto che l’unica cosa su cui hai realmente potere è il fatto di attraversare quante più esperienze possibili con occhi e cuori attenti, pronti a riconoscere i segnali del fatto che stai attraversandone una di quelle in cui la tua frequenza risuona.

Detta in altro modo. Se passi la vita a fare “questo-ma-volevo-fare-altro”, l’unica certezza che hai è che non troverai MAI il modo di far vibrare la tua vera natura, la tua frequenza o essenza.

Ma se impari come procurarti esperienze professionali diverse e man mano più affini a te, perché le attraversi mentre riconosci quali parti di queste esperienze fanno risuonare la tua anima, allora hai una via certa e misurabile per dirigerti verso al momento in cui la tua vera natura risuona pienamente.

La maggioranza delle persone che si rivolge a me è convinta di poter decidere, a priori, quale nuovo diverso lavoro potrebbe piacergli, considerato che quello che fa non gli piace.

Pensa di poter decidere “a secco”, come se si trovasse in una gelateria: “No, cioccolato fondente ho assaggiato  e mi fa schifo, andiamo di vaniglia perché lì troverò di sicuro la mia felicità”.

Quando qualcuno si rivolge a me per cercare un lavoro migliore, è convinto che io o chiunque altro, possa dargli un sistema per capire che gusto gli piacerebbe mangiare al posto del cioccolato. Ma questo è impossibile. E’ impossibile perché va esattamente contro la teoria della ghianda di cui abbiamo parlato.

Solo tu, dentro di te hai l’immagine di ciò che sei davvero. Nessuno fuori di te può dirti che immagine è.

Per questo, il meglio che posso fare – io e chiunque altro – è darti gli strumenti migliori per imparare a decodificare i tuoi gusti e saltare il più velocemente possibile da una posizione ad un’altra, fino al punto in cui, per il 70, 80, 90% del tuo tempo fai e sei ciò che sei veramente.

Per spiegarti al meglio quello che intendo, ho registrato un intero video corso, della durata di ben 2 ore, in cui ti spiego esattamente i passi da fare, gli stessi che hanno permesso a me – frustrato ingegnereMaVolevoFareAltro – di reinventarmi professionalmente e imparare finalmente a scoprire e cantare la mia canzone.  Lo trovi qui: “Videocorso Aggiusta il tuo Lavoro, preparati al Futuro”.

Qualche buona pratica… in pratica

Eccoti nel frattempo qualche consiglio olistico di quelli che ho usato io per imparare a riconoscere la mia voce. Questi, in particolare sono tratti da “La via Femminile” di S. Oberhammer.

  • Esci dal coro e non vergognarti di provare a cantare la TUA canzone. A qualcuno non piacerà? Che importa. E’ la tua melodia, se non la canti in questa vita quando lo farai?
  • Credi nelle tue idee e nei tuoi progetti e mostrali mondo come doni preziosi.
  • Coltiva i tuoi interessi appena hai tempo. Non appiattirti nelle domeniche vagabondando dove non hai voglia di essere.
  • Non obbligarti a dire sempre “sì sì” anche se sulla punta della lingua c’è un “no”.
  • Non avere paura di esprimere le tue idee.
  • Non limitarti nella tua voglia di esprimerti solo perché ti potrebbero dire che sei stran@. Strano è chi rende i suoi giorni e i suoi anni tutti uguali.
  • Ricordati che essere troppo compiacente ti toglie il fiato e rende la tua vita asfissiante.
  • Concediti di fare delle cose senza motivo, solo perché le senti provenirti da dentro. Nel tempo scoprirai che hanno come scopo quello che ti avvicina alla tua anima.

Per un percorso più strutturato e passo-dopo-passo invece, scarica il mio videocorso gratuito “Aggiusta il tuo Lavoro, preparati al Futuro da qui