Seleziona una pagina
Perché è così difficile volersi bene?

Perché è così difficile volersi bene?

io valgoOgni giorno ciascuno di noi realizza moltissime cose. Alcune volte si tratta di cambiamenti drastici e che fanno la differenza nella vita. La maggior parte delle volte invece sono cose piccole, ma sono in ogni caso cose realizzate. Ma di questi successi grandi e piccoli, quanto tempo trascorri nella tua giornata a darti atto con soddisfazione ? Forse perchè le nostre aspettative  – o quelle che abbiamo imparato di dover avere.. !- sono così alte che alla fine classifichiamo ogni cosa che facciamo come del tutto insignificante ? E’ chiaro a tutti l’importanza che hanno l’autostima e la sicurezza di sé nell’avere successo nella vita, nella carriera, nelle relazioni. Ma è anche altrettanto chiaro che autostima e sicurezza di sé non sono falsificabili, non si può fingere di averle: o ce l’hai davvero oppure mentire è impossibile ! Da dove vengono autostima e sicurezza di sé ? Ci hai mai pensato ? Se anche tu come me sei stato abituato a certi modi di pensare, ti verrà spontaneo dire che si tratta di doti che si hanno oppure non hanno, un qualcosa tipo “essere nati con la camicia”: Tizio è nato estroverso e sicuro di sé, Caio invece è un musone insicuro che ha paura della sua ombra. Nati così e punto. Niente da fare.

E invece non è affatto così la questione !

In primo luogo autostima e sicurezza di sé derivano dal capire e vivere il proprio valore unico, dal sentire di valere, dal riconoscere che abbiamo un valore e un impatto positivo sulla nostra vita e su quella degli altri. Non mi addentrerò per oggi nella discussione di quanto sia necessario per sentirsi di valere il riuscire a fare nella propria vita qualcosa che ci rispecchi profondamente, qualcosa che ci permette di mettere in pratica i nostri unici doni e talenti, perché sarebbe un discorso troppo lungo. Per ora mi limiterò a suggerirti 6 piccoli esercizi per migliorare i tuoi “muscoli del successo e dell’autostima”. Si tratta di esercizi che ti consiglio di fare ogni giorno perché, come ogni buona ginnastica può avere successo solo se la fai con costanza. Dunque:

  • Quando qualcuno ti complimenta per qualcosa non nasconderti né cerca di minimizzare. Semplicemente prendine atto e ringrazialo per aver visto il tuo successo.
  • Dedica un po’ di tempo a scrivere in un diario i tuoi successi, piccoli e grandi. Questo ti aiuterà a portare la tua attenzione un po’ ogni giorno sui tuoi successi. Naturalmente, mentre li scrivi, datti ogni volta un’amichevole e sorridente “pacca sulla spalla”
  • Crea affermazioni positive su te steso e mantienile visibile nei luoghi che frequenti durante la giornata (in ufficio, in macchina, in bagno, nella borsetta, ovunque puoi insomma !).
  • – questa è ben difficile.. !- Cerca di intercettare ogni pensiero del tipo “avrei dovuto e non ho fatto”, focalizzandoti invece su quello che hai raggiunto. Siamo sempre stati abituati a tenere l’attenzione su ciò che manca, su quello che ancora dobbiamo raggiungere e ci hanno detto che questo modo di procedere è l’unico che porta ad avere risultati. La verità purtroppo è che questo modo di procedere induce solo più sofferenza e irrequietezza, non aiuta assolutamente a fare di più. Per fare di più è necessario definire degli obiettivi e lavorare per raggiungerli, non soffrire per quello che ancora non abbiamo avuto il tempo di fare !
  • A proposito di obiettivi: non averne è deleterio ma averne di irraggiungibili è forse anche più deleterio ! Perciò, sforzati di fissare obiettivi realistici e fermati piuttosto a complimentarti con te stesso ogni volta che li raggiungi o li superi.
  • Fai molta attenzione a quando scivoli nella negatività e nell’autocritica non necessaria: leggi le tue affermazioni positive e il tuo diario per riprendere la traiettoria.

Naturalmente, e se mi segui da un po’ già lo sai, queste indicazioni pur ottime sono solo uno spunto di riflessione, non possono essere la soluzione radicale del problema. Come tutte le soluzioni di stampo tradizionale, sono azioni che possono aiutare per un certo tempo ma invariabilmente sono destinate a non durare: serve troppo sforzo ! La soluzione definitiva infatti deriva da un solo e unico tipo di intervento: quello che permette di accedere al subconscio e riscrivere gli antichi software che ci sono stati scritti dentro durante i primi anni della nostra vita.

Come insegnare le corrette abitudini di sonno alla mamma – dal punto di vista di un neonato ;)

Come insegnare le corrette abitudini di sonno alla mamma – dal punto di vista di un neonato ;)

animaletto-insonne

Adoro questa storiella trovata su Facebook, per me, mamma insonne da oltre 14 mesi è un toccasana per il buonumore!

Ecco dunque l’immaginario racconto in stile “Senti chi parla” di un neonato birbante…

 

“Ok, questa è la mia situazione.

Sono nato da 7 mesi. I primi mesi erano grandiosi – piangevo, la Mamma mi prendeva in braccio e mi allattava a qualunque ora del giorno e della notte. Poi qualcosa è cambiato. Nelle ultime settimane la Mamma sta cercando di DTLN (Dormire Tutta La Notte).

All’inizio pensavo che fosse una fase, ma niente da fare, sta andando sempre peggio. Ho parlato con altri bimbi e sembra che sia un atteggiamento abbastanza comune tra le Mamme dopo 6 mesi dalla nostra nascita.

Il fatto è questo: le Mamme non hanno veramente bisogno di dormire. E’ solo un’abitudine. Molte di loro hanno dormito per almeno 30 anni, non ne hanno più bisogno.

Così ho elaborato un piano e l’ho chiamato il metodo del Pianto.

Funziona così: Prima notte: piangere ogni 3 ore fino a che non vi avrà allattato. Lo so. E’ difficile. E’ difficile vedere le vostre Mamme sconvolte dal vostro pianto. Ricordatevi però che lo fate per il suo bene.

Seconda notte: piangere ogni 2 ore fino a che non vi avrà allattato.

Terza notte: piangere ogni ora.
La maggior parte delle Mamme iniziano a rispondere a questo metodo più velocemente dopo la terza notte.

Alcune Mamme sono più toste, e potrebbero resistere di più al cambiamento. Queste Mamme staranno sulla soglia della vostra camera per ore, facendo shh-shh-shh. Non dategliela vinta. Non mi stancherò mai di ripetere questo fondamentale concetto: la COERENZA è la chiave di tutto!

Se lascerete che la vostra Mamma DTLN (Dorma Tutta La Notte), anche solo una volta, si aspetterà di poterlo fare tutte le notti. LO SO, E’ DAVVERO DIFFICILE! Ma lei sul serio non ha bisogno di dormire, sta solo facendo resistenza al cambiamento.

Se avete una Mamma davvero davvero tosta, potete smettere di piangere per circa 10 minuti, quel tanto che basta perchè lei torni a letto e si addormenti. Poi piangete ancora. Questo FUNZIONERA’ sicuramente.

La mia Mamma una volta stette sveglia per 10 ore filate, quindi sappiate che ce la possono fare. Ieri notte, per esempio, ho pianto ogni ora.

Dovete solo decidervi ed essere fedeli al vostro programma. SIATE COERENTI!

Mi è capitato di piangere per qualsiasi ragione.
Il mio sacco nanna mi solleticava i piedi.
Ho sentito una piega sotto il lenzuolo.
Ho visto un’ombra sul muro.
Ho fatto un ruttino, e sapeva di pera. E non ho mangiato la pera da oggi a pranzo, come la mettiamo?
Il gatto ha fatto “miao”. Dovrei saperlo, la Mamma me lo ripete 20 volte al giorno che fa “miao”.
Una volta ho pianto perchè mi piaceva l’effetto del suono della mia voce che faceva l’eco sul baby monitor nell’altra stanza.
Troppo caldo, troppo freddo, non importa! Continuate a piangere!!

Magari ci vorrà un pò di tempo, ma funziona. La Mamma alla fine mi ha allattato alle 4 del mattino. Domani notte il mio goal sono le 3 e mezza.

Bisogna pian piano diminuire gli intervalli tra le poppate in modo da resettare l’orologio interno della vostra Mamma.

Qualche volta la mia Mamma chiama i rinforzi e manda il Papà.

Non vi preoccupate, i Papà non sono fatti per non dormire come lo sono le Mamme. Potranno al massimo darvi qualche pacca rassicurante e qualche shh-shh-shh prima di dichiararsi sconfitti e rimandare la Mamma.

Inoltre, state attenti alle musichette rilassanti con il rumore della pioggia.

Mi piace dare alla Mamma false speranze ascoltando il rumore della pioggia mentre mi mette a letto e facendo finta di chiudere gli occhi ed addormentarmi; aspetto finchè la Mamma non torna a dormire e poi le dò il colpo di grazie con un pianto a sorpresa. Se non mi prende tra le braccia abbastanza velocemente continuo con tutto il repertorio: tosse finta, suoni gutturali e altre cose così che la fanno correre alla culla.

Sono sicuro che a un certo punto inizierà a realizzare che davvero non ha davvero bisogno di dormire.

P.S. Non fatevi prendere in giro con quei cosi di gomma, non importa quanto li succhiate, non verrà mai fuori il latte. Fidatevi.”

(Fonte: Storia letta su post di Facebook)